Leggete ogni giorno un nuovo capitolo della storia natalizia della KPT

1º dicembre – Il desiderio

«Per favore papà, ho sei anni e so come si usa una sega». Solitamente la famiglia di Juna va sempre insieme nel bosco per tagliare l’albero di Natale. Nel bosco di Heinz, che è contadino nello stesso paese e un buon amico del papà di Juna. Quest’anno, però, Juna vuole andare a prendere l’abete da sola. «Va bene, ne parlo con la mamma», dice il papà.

Il mattino seguente ci sono buone notizie: «Ascolta Juna, oggi puoi andare a prendere l’alberello. Ma per sicurezza deve venire con te tuo fratello». Il teenager guarda irritato alzando lo sguardo daltelefonino. Non aveva ben capito che cosa avrebbe dovuto fare di preciso. Il papà realizza dallo sguardo confuso che il teenager non sarebbe stato di grande aiuto e dice a mezza voce: «In caso di bisogno ha con sé almeno un telefono». Juna non sta più nella pelle. Senza togliersi il pigiama, indossa direttamente la sua tuta preferita. Il papà ha disegnato una mappa. Non si può dire che sia una cartina precisa, ma si riconoscono i sentieri più importanti, il ruscello e una croce, cioé il punto in cui si trova l’albero di Natale. «Ieri sera sono andato nel bosco con Heinz per legare un fiocco rosso intorno all’albero. Così siete sicuri di tagliare quello giusto». 

Juna e suo fratello si mettono in cammino. Hanno portato con sé un carretto e Filo, il gatto di casa che accompagna sempre Juna nelle sue uscite. Per il papà la motosega è fuori discussione, quindi Juna la rimette al suo posto e prende quella a mano. Mentre si incamminano, Juna canta felicemente «O Tannenbaum» modificando un po’ il testo: «O Tannenbaum, O Tannenbaum, aspettaci che arriviamo…». Nessuno, a questo punto, immaginava l’avventura che stava per iniziare.

2 dicembre – Gli occhi

Il trio sta facendo i primi passi nel bosco quando qualcosa fa capolino e fruscia tra le foglie per terra. Probabilmente solo Juna e il gatto, il ragazzo non stacca gli occhi dal suo cellulare. «Grrr…» - «Psst, Filo, fa il bravo!», borbotta Juna girandosi verso il carretto dove il gatto ha rizzato il pelo. Adesso anche suo fratelloo si toglie le cuffiette: «Che c’è?» «C’è un animale», dice Juna indicando un uccello marrone che la guarda con due occhi grandissimi.

«Un gufo», mormora il teenager. «Dimmi un po’, ma cosa imparate a scuola?» chiede Juna leggermente snervata: «Lo so sin dalla prima che un gufo reale è molto più grande. Questo è un allocco!» «Okay», dice il teenager senza grandi emozioni. Non è la prima volta che Juna ne sa una più del fratello. «Penso che sia ferito», aggiunge. Effettivamente, quando il gufo comincia a saltare è evidente: tiene un’ala in modo strano ed è macchiata di sangue. Vuole volare, ma non ci riesce. «Cosa facciamo adesso?»

3 dicembre – La hotline

«Cerca sul cellulare», dice al fratello. Il teenager digita su YouTube: «Tutorial per riparare un gufo». Ma non appaiono video veramente utili. «No, volume di dati esaurito», borbotta e, con tutta calma, cerca nel portafoglio una nuova scheda di ricarica facendo cadere per terra almeno metà della paghetta di dicembre e una tessera.

Juna la raccoglie, la guarda e chiede: «Cos’è?» - «La mia tessera della cassa malati», risponde il fratello mentre rovista ancora nel portafoglio. «A cosa serve?», vuole sapere Juna. «Quando sono malato». Juna comincia a riflettere e dalla sua espressione si capisce che le è venuta in mente un’idea. «Dammi il cellulare!», dice.

Juna digita il numero di telefono che trova sulla tessera e ascolta: «Tuut… tuut… KPT, sono la signora Egli, come posso aiutarla?» Juna le spiega del gufo e viene a sapere che la KPT si occupa solo di persone infortunate. La gentile signora Egli la collega però con la stazione della fauna selvatica. Quest’ultima si occupa di gufi feriti. Juna racconta di nuovo tutta la storia e termina la telefonata dicendo «Sì… sì… lo faremo… ciaaaaoooo». «E adesso?», chiede il teenager riprendendosi il cellulare. Juna lo guarda facendogli capire che non ha tempo di spiegargli tutto: «Vieni, abbiamo bisogno di una scatola di cartone!»

4 dicembre – La scatola

Il negozio di scarpe «Aeschlimann Scarpe e Scarpette» non dista molto dal bosco. La ghirlanda di luci nella vetrina lampeggia nervosamente, ma l’albero di Natale tra le pantofole e le scarpe è bellissimo, carico di palle e lustrini. Non ci sono clienti, in compenso una bambina di sei anni, un teenager e un gatto che vogliono prendere in prestito una scatola per scarpe. «Va bene questa?», chiede la signora Aeschlimann, ma Juna scuote la testa: «Ne ha di più grandi? Per esempio una per gli stivali di gomma». Mentre la signora Aeschlimann scende di nuovo in cantina, tre palle cadono dall’albero e si rompono.
La signora Aeschlimann è già di ritorno e soffia via la polvere da una scatola bella grande: «Ecco, qui il gufo ci starà sicuramente bene». - «L’allocco», puntualizza Juna, scandendo bene il concetto. L’albero di Natale oscilla e la metà delle lucine si spegne. «Grazie mille, questa è perfetta, ciaaaooo», esclama Juna mentre esce dal negozio. Suo fratello è ancora dentro e chiama Filo, tenendo socchiusa la porta.

Il gatto salta fuori da dietro l’albero ed esce dal negozio con una ghirlanda brillantine intorno al collo. Dieci minuti più tardi il trio è di nuovo nel bosco. Solo il gufo manca… dove si sarà cacciato?

5 dicembre – La ricerca

«Non può essere lontano», riflette Juna. Cercano ovunque e guardano se trovano delle tracce sul terreno asciutto del bosco. Tre volte Juna pensava di averla trovata, ma due volte era Filo in un mucchio di foglie e una volta il berretto di lana marrone che suo fratello aveva perso un minuto prima. «Mettine uno rosa la prossima volta», dice Juna. Cercano e cercano, passa almeno mezz’ora. Il ragazzo ha addirittura infilato il cellulare in tasca, quindi non sanno esattamente da quanto stanno cercato. Si solito Juna risolve da sola i problemi, ma questa volta capisce che non può farcela. «Abbiamo bisogno d’aiuto», dice un po’ affranta su un ceppo d’albero e accarezzando Filo. In quel momento squilla il cellulare.

6 dicembre – La chiamata

Il papà telefona per sapere cosa stanno facendo tutto questo tempo. «Abbiamo un piccolo probl…», cerca di spiegare il teenager, ma Juna gli strappa di mano il cellulare e continua a parlare: «Papà, tutto bene. Nessun problema. Ammirando la natura abbiamo perso il berretto, e l’abbiamo cercato. Sì sì, adesso andiamo a prendere l’albero. Ciaaaooo». Il teenager non capisce. «Eh?», chiede facendo una smorfia. Juna spiega: «Troviamo sicuramente un’altra soluzione piuttosto che chiedere subito a papà». Guarda pensierosa tra gli alberi. Improvvisamente vede qualcosa muoversi dietro a un cespuglio. Corre in quella direzione, sposta alcuni rametti e vede… Babbo Natale… in mutande.

7 dicembre – La cabina di prova

Sta lì in piedi, con il cappello rosso, la barba bianca e lunga, canottiera e boxer. Il mantello rosso e i pantaloni sono appesi su un ramo. «Sei Babbo Natale, quello vero?», chiede Juna con gli occhi sgranati. «No, no», dice il Babbo Natale mezzo nudo e tossicchiando, perché per lo spavento ha quasi ingoiato la barba. «Sono Aebischer Kurt, abito giù di là», dice indicando dall’altra parte del bosco. L’anziano racconta di essere appena uscito dalla cena di Natale del consiglio comunale, dove ha impersonato Babbo Natale, e di andare adesso a ginnastica con gli amici del club. Trattandosi di nordic walking, non si incontrano come sempre in palestra, ma fuori. Per questo ha voluto cambiarsi nel bosco. «E voi cosa ci fate qui?», chiede Kurt con la pelle d’oca alle gambe. Non sa chi guardare: il gatto, che si è accomodato sui suoi pantaloni da ginnastica o il teenager che sta cercando la posizione migliore per un selfie con Babbo Natale in mutande. Juna gli racconta la storia del gufo. «Avete bisogno d’aiuto?», chiede Kurt. I due annuiscono. Kurt ha un’idea: «Aspettate qui, vado a chiamare gli altri».

8 dicembre – La corsa di orientamento

Hedi, Ruedi, Greti, almeno due Tony, Äbischer Kurt, Vreni e la signora Häfliger formano un semicerchio attorno a Juna e suo fratello, Filo non si sa dove sia andato a cacciarsi questa volta. Juna decide chi va in quale direzione e quando ci si ritrova. Le signore e i signori, nei loro vestiti funzionali in poliestere, ascoltano attentamente le istruzioni e sono motivatissimi, come dice Vreni a nome di tutti: «Nulla contro il nordic walking, ma cercare un gufo ferito è molto più emozionante». Juna storce gli occhi e mormora fra sé e sé: «Allocco!» I pensionati si mettono in movimento, guardano dietro a ogni catasta di legna e sotto ogni fungo. Alcuni raccolgono, già che ci sono, delle pigne per le decorazioni natalizie. Il teenager tiene in mano i bastoncini di Hedi, che raccoglie un pezzo di corteccia particolarmente decorativo. Nell’altra mano, il cellulare che si illumina: un WhatsApp del papà: «La nonna è con voi?» «No, perché?», risponde il teenager con uno smile che aggrotta la fronte.

9 dicembre – Rinforzi in arrivo

«La nonna si è preoccupata ed è venuta a cercarvi nel bosco. È partita da una mezz’oretta», scrive il papà. Juna sospira. «Stiamo cercando un albero di Natale, un gufo e una nonna», riassume facendo il punto della situazione per suo fratello, ormai smarrito. Ma poi le viene in mente un’altra cosa: «Dov’è finito Filo?» Juna sospira nuovamente e si siede sul ceppo da cui dà i comandi.
«Ciao bambini», dice una voce. È la signora Aeschlimann del negozio di scarpe. «Tony mi ha telefonato e così ho chiuso subito il negozio per aiutarvi a cercare il gufo». Juna si alza di scatto e vuole dire «allocco», ma proprio in quel momento vede passare il gatto con in bocca la barba di Babbo Natale. Juna è sollevata. Un problema in meno.

10 dicembre – La gentilezza

«Juuuuuna, state bene?» urla la nonna da lontano. Zoppica leggermente e si appoggia al braccio di Kurt Aebischer che ha in testa ancora il cappello di Babbo Natale e due pomelli rossi dipinti sulle guance. Non appena sono più vicini, la nonna aggiunge: «Siete via da così tanto tempo. Ero così preoccupata che ho camminato troppo di fretta. Sono inciampata su una radice e il piede mi è rimasto incastrato nella tana di una volpe. Però sto bene, questo gentile signore mi ha salvato». La nonna accarezza il braccio di Kurt. «Ho sentito che cercate un gufo?» - Juna decide di tralasciare l’onitologia e si lascia abbracciare. La nonna tira fuori una sciarpa per i due nipotini e un thermos con del tè caldo. «Ho portato anche il mio lavoro a maglia, ma adesso dobbiamo cercare il gufo». Mentre la nonna cerca di appoggiare con cautela il piede, in paese un’altra persona si mette in cammino.

11 dicembre – Il controllo

«Andiamo a controllare cosa stanno combinando?», chiede il papà, mentre la mamma aggiunge: «Anche a me comincia a sembrare un po’ strano e per telefono non si riesce ad avere una risposta da quei due». Il figlio ha però scritto che la nonna adesso è con loro. Ma da allora è già passato un po’ di tempo. I genitori si tolgono le pantofole a forma di unicorno che hanno comprato l’anno scorso dalla signora Aeschlimann e indossano gli scarponcini. Si incamminano e all’inizio del bosco vedono diverse auto e biciclette. «La stagione dei funghi è già finita da tempo, che ci fa qui tutta questa gente?» Proseguono verso il punto in cui si trova l’alberello di Natale e neanche a metà strada si imbattono in un capannello di persone. Alcuni discutono, altri camminano in gruppetti di due o tre e altri ancora si sparpagliano in tutte le direzioni. Certi la mamma e il papà non li hanno mai visto, altri li conoscono: la sindaca, la locandiera, un paio di pompieri e diversi compagni di classe del figlio… e nel bel mezzo la loro figlia di sei anni in piedi su un ceppo con un’espressione da direttore d’orchestra. La mamma si avvicina: «Juna, cosa sta succedendo?»

12 dicembre – Lo specialista

Inizialmente la guardia forestale è rimasta un po’ sorpresa. Non le capita spesso di ricevere una telefonata da una bambina di sei anni. Ma si ricorda bene di Juna. Due settimane prima era stata invitata dal maestro di Juna e aveva spiegato ai bambini i diversi tipi di alberi. Le era rimasta impressa la piccola bambina, attenta e un po’ sfacciata. E adesso se la ritrova al telefono a raccontare qualcosa di un allocco ferito. «A dire il vero, sarebbe un caso per il guardiacaccia», spiega la guardia forestale «ma è all’ospedale con un’anca rotta perché è inciampato su una radice ed è finito su una tana di volpe». - «Cose che capitano, più spesso di quanto si pensi», commenta Juna. Ritornando al tema, la guardia forestale aggiunge: «Allora, sarò nel bosco tra una ventina di minuti, a dopo». «Ciaaaooo», gli dice Juna.

13 dicembre – Il controllo

Nel frattempo, è arrivato anche Heinz a bordo del suo John Deere per vedere cosa sta succedendo nel suo bosco. E si mette a discutere con il papà. «La tua Juna sarà la nostra prossima comandante dei pompieri», racconta Heinz serio. In quel momento arriva una giovane donna che va direttamente da Juna per scambiare un paio di parole, prima di rivolgersi a mamma e papà. «Annalena Hassan, sono la guardia forestale. Siete i genitori di Juna?» I due annuiscono un po’ imbarazzati. «Complimenti, avete una bambina davvero speciale». Il fratello alza gli occhi un istante, ma realizza in fretta che non stanno parlando di lui e quindi torna a occuparsi del suo telefonino. Wow, la foto di Babbo Natale in mutande ha già 103 Mi piace. «Da quanto tempo state cercando?», chiede la guardia forestale a Juna. «Da un paio d’ore», risponde. Non lo sa di preciso perché non ha l’orologio. La guardia forestale ha un’idea: «Penso che dovremmo affrontare tutto in modo più sistematico», afferma guardando le due persone a circa 30 metri da loro, impegnate in una discussione per stabilire a chi appartengono quali bastoncini. «Come possiamo riunire tutti?», si chiede. Juna batte tre volte le mani per avere l’attenzione del fratello. Gli fa un segno. Il teenager mette le dita in bocca e fischia così forte che nessuno dice più niente. Si sentono cadere a terra solo un paio di pigne. Nei dieci minuti seguenti tutti i gruppi di ricerca si incontrano nella centrale.

14 dicembre – Il contatto

«Ce la fai a camminare?», chiede Kurt. Che look! La testa di un Babbo Natale sul corpo di uno che fa nordic walking. La nonna riesce di nuovo a caricare completamente il piede. «Sì, sì», dice «ma puoi sostenermi lo stesso ancora un po’ se vuoi». «Tuo marito può poi prendersi cura di te come si deve», dice Kurt con un tono interrogativo. «Non c’è più, è morto otto anni fa. È successo poco prima di Natale», risponde la nonna. «Oh, mi dispiace», afferma Kurt, ma la nonna ha capito ed è curiosa a sua volta: «C’è anche una signora Babbo Natale?» - «Haha no», ride Kurt. «Vivo da solo. Ma proprio adesso che si avvicina il Natale sarebbe bello avere qualcuno». Sempre dando il braccio alla nonna, anche se potrebbe camminare benissimo da sola. All’improvviso sentono un forte fischio. «Oh, è il segnale. Vieni, dobbiamo tornare da Juna. Vuoi che ti porti in braccio?» La nonna avrebbe voluto rispondere di sì.

15 dicembre – Il piano

Tutti si sono riuniti in un grande cerchio attorno alla centrale di comando improvvisata. A dire il vero, la centrale è semplicemente un ceppo d’albero su cui sta in piedi Juna, alla sua destra il fratello e alla sua sinistra la guardia forestale. Davanti a loro, per terra, c’è una mappa del bosco. Filo ci si è messo sopra e si lecca una zampetta. La guardia forestale si rivolge a tutti: «Pensiamo che l’allocco ferito sia tornato nella sua tana saltellando». Qualcuno mormora: «Pensavo stessimo cercando un gufo!» La guardia forestale continua: «È importante che lo troviamo. I gufi non sono molto attivi in inverno. Si muovono praticamente solo per cacciare, ma con un’ala ferita non è possibile. Dato che qua nella regione di rocce cave non ce ne sono, il nostro gufo si annida probabilmente in un albero cavo. Su questa cartina ho marcato tutti gli alberi cavi che conosco in questo bosco. Se ogni coppia di ricerca trova e controlla uno o due di questi alberi, dovremmo trovare l’uccello nella prossima mezz’ora». Poi la signora Häfliger prende la parola: «Fe qualcuno doveffe trovare una dentiera, è la mia. L’ho perfa prima mentre cercavo il gufo».

16 dicembre – Il futuro

«Gli operai della regione e i contadini comprano le loro scarpe da lavoro e gli stivali nel mio negozio», racconta la signora Aeschlimann. «Ma altrimenti non ho più tanti clienti. Fino al pensionamento ce la faccio, ma è peccato che dopo non ci sia più nessuno che continui l’attività. Scusami, non faccio altro che parlare. E tu, che cosa fai?» - «Studio informatica a Berna», racconta Gian, mentre scavalca con la signora Aeschlimann un tronco sul sentiero. «Vivo qui da poco. Sono andato a convivere con il mio ragazzo solo l’anno scorso». «E come mai adesso ti trovi qui nel bosco?» chiede incuriosita la signora Aeschlimann. «Da un paio di mesi lavoro come pompiere e tre ore fa qualcuno ha scritto nella nostra chat di gruppo che servono ancora persone nel bosco per cercare un gufo». Gian si ferma e guarda sul cellulare la mappa che ha fotografato. «Ecco, qua c’è la prima demarcazione. Qui dovrebbero esserci tre alberi cavi…» Non fa in tempo a terminare la frase che la sua compagna di ricerca lancia un urlo!

17 dicembre – Il salvataggio

«Iiiiiihh, un gufo, un gufo!», esclama la signora Aeschlimann tutta emozionata. Ed effettivamente, in un buco nell’albero, a circa un metro di altezza, due occhi fissano Gian e lei. «Trovato!» Gian tira due fischi forti, il segnale da dare quando si è trovato il gufo. Dopo solo un minuto arrivano già i primi, circa venti minuti più tardi sono quasi tutti lì. Annalena, la guardia forestale, controlla il gufo e conferma, per la soddisfazione di Juna, che si tratta effettivamente di un allocco ferito. Mette l’uccello nella scatola di cartone che le allunga il teenager. Heinz è andato a prendere il trattore e accompagna la guardia forestale all’auto di modo che possa portare l’uccello ferito alla stazione della fauna selvatica. Il trattore va per la sua strada, mentre tutti applaudono e chiamano «Buona fortuna, piccolo gufo!». Che avventura! Juna è quasi triste che tutto sia finito, ma mantiene la sua aria professionale. «Grazie mille per l’aiuto. Ciaaaooo», dice a tutti e saluta. Alcune persone rimangono ancora un po’ lì e chiacchierano, altri tornano a casa. Tutti si augurano un Buon Natale. «Filo», chiama Juna. Il felino è sparito, ma un piccolo abete si muove in modo evidente. Juna va lì per richiamarlo a casa. Ma proprio in quel momento si accorge di qualcosa.

18 dicembre – L’orso

«Ma questo è il nostro albero», esclama Juna emozionata tirando fuori il gatto dall’abete di circa un metro e mezzo con il fiocco rosso di riconoscimento. «Il gufo abita proprio accanto al nostro albero di Natale!» «È vero», dice il papà. «E adesso puoi tagliarlo». Però la sega è nel carretto vicino al ceppo e Juna non ce la fa più. «Vieni, andiamo a casa. Posso passare a prenderlo domani». La mamma storce gli occhi. Domani? Di nuovo? Per carità. E se domani trova un tasso zoppicante? E dopodomani un orso con la carie? E il giorno dopo ancora una volpe con la coda annodata? Quest’anno il periodo dell’Avvento non sarà tranquillo. Ed effettivamente la mamma ha ragione, perché il giorno successivo Juna ha già un’altra idea.

19 dicembre – La colazione

A colazione Juna racconta i pensieri che ha avuto la sera prima di addormentarsi. «Non trovo bello andare a tagliare l’albero nel giardino del gufo. Ieri mi è paciuto stare con tutte quelle persone nel bosco. Potremmo addobbare l’albero lì dov’è e festeggiare il Natale tutti insieme nel bosco». La mamma alza gli occhi al cielo, il gatto acciuffa il salame sul tavolo e il papà trova niente male l’idea. «Natale nel bosco, perché no. Ma un’idea del genere richiede anche lavoro. Bisogna preparare alcune cose». Naturalmente Juna non si lascia intimidire. «Lo so papà, ho pensato anche a questo».

20 dicembre – L’invito

Cinque ore ci ha messo il fratello teenager per creare al computer un invito per un tradizionale Natale nel bosco. Per cinque ore Juna è stata in piedi dietro di lui per dargli istruzioni: «Scrivi che devono portare anche qualcosa da mangiare. Qua dobbiamo mettere una foto del gufo. No, è un allocco». Dopo aver stampato un gran numero di inviti, vanno a consegnarli. «Viene anche Kurt?», chiede la nonna che hanno incontrato sulla via del ritorno. Juna conferma con la sua tipica naturalezza: «Chiaro!». Dieci minuti prima gli hanno consegnato personalmente un mucchietto di inviti da distribuire al suo gruppo di ginnastica. «Oh, che cosa mi metto», si chiede nervosa la nonna. Per fortuna la settimana scorsa ha comprato lo shampoo più costoso per capelli grigi e forse si comprerà ancora un rossetto.

21 dicembre – Dolci natalizi

«Come brillano i capelli della nonna», pensa Juna quando la vede entrare dalla porta. Si sono date appuntamento per preparare insieme dei dolci. Juna vuole regalare a tutti gli aiutanti una dolce sorpresa: biscottini di Natale a forma di gufo. La nonna spiana la pasta e Juna ritaglia i gufi con un vasetto di marmellata. Con due gocce di cioccolato per gli occhi e una mandorla per il becco, si riconosce bene cosa rappresentano i biscotti. Per Juna si vede benissimo che si tratta di un allocco e non di un gufo. La nonna propone l’idea di preparare anche un po’ di Babbi Natale. Ha un’apposita formina e Juna disegna con la glassa di zucchero un paio di mutande. Alla fine Filo e il fratello teenager possono assaggiarli. Li trovano deliziosi, anche se cinque minuti dopo il gatto vomita. Con una storia su Instagram sui biscotti, il teenager spera di ottenere lo stesso successo ottenuto con il Babbo Natale in mutande.

22 dicembre – I denti

Fuori fa freddo ma il cielo è cristallino. Juna e il fratello teenager vanno dal contadino Heinz per chiedergli se può portare un po’ di ceppi da ardere nel bosco. Certo che può. Non vede l’ora della festa e sta decorando il trattore. Tutte le persone che Juna e il fratello incontrano sono felici di venire alla festa. Per esempio la signora Aeschlimann del negozio di scarpe. Vanno da lei a prendere le decorazioni natalizie. «La ghirlanda luminosa non funziona più, un qualche animale a quatztro zampe deve averla morsicchiata. Ma tanto nel bosco non c’è elettricità». Il teenager mette quindi sul carretto soprattutto decorazioni, stelle e pigne d’argento. Sulla strada verso l’albero di Natale, trovano la dentiera della signora Häfliger. «Sarà contenta di poter mangiare i biscotti a forma di gufo», dice Juna al fratello.

23 dicembre – La festa

Il fuoco è già acceso quando arrivano i primi. Non manca nessuno. Gian e il suo ragazzo appendono delle lanterne e accendono delle candele. Juna porta i biscotti. La signora Aeschlimann porta diversi thermos di punch e Kurt, dopo due sorsi, ha i pomelli rossi come la settimana scorsa, quando era truccato da Babbo Natale. Persino il fratello teenager ha portato qualcosa, ma nessuno sa cosa sia perché prima deve fotografarlo da ogni angolazione per Instagram, filmarlo per Tiktok e forse fare un live streaming su Twitch. Heinz porta sul trattore decorato delle belle candele finlandesi. Qualcuno ha esagerato un po’ portando così tanti gambi di sedano da sgranocchiare che ne rimarranno sicuramente dopo la festa anche per i cerbiatti e i cinghiali. La nonna, però, ha sbalordito tutti con i suoi spiedini di polpette vegane. «Questo è finger food», dice orgogliosa e proprio quando i suoi capelli argentati brillano al chiaro di luna, comincia a nevicare.

24 dicembre – L’amicizia

È una festa di Natale davvero bella quella che sta vivendo il gruppo riunitosi nel bosco. Nuove amicizie sono nate, vecchie conoscenze approfondite. Gian spiega alla signora Aeschlimann come può crearle uno shop online per il negozio di scarpe per far aumentare le vendite. Potrà benissimo dare una mano regolarmente e fra tre anni gestire il negozio insieme al suo ragazzo. La nonna e Kurt organizzano un’escursione sul Rothorn di Brienz e in estate forse una vacanza in Engadina. Brindano quattro o cinque volte con il punch della signora Aeschlimann e gli occhi brillano. Juna e la guardia forestale Annalena sono sedute vicino all’albero dove abitava il gufo. Annalena le racconta del suo lavoro e Juna ascolta affascinata. Per lei è chiaro: «Un giorno voglio diventare guardia forestale». Improvvisamente arriva un’auto e una donna scende: «Cosa succede qui?», chiede meravigliata prima di prendere una scatola di cartone dal bagagliaio. Le persone alla festa vogliono sapere esattamente la stessa cosa. La signora è della stazione della fauna selvatica e rimette in libertà il gufo. «L’abbiamo potuto curare bene. Inizialmente abbiamo pensato che non avrebbe più potuto volare, ma si è ripreso bene, ha mangiato e oggi alla stazione non ha fatto altro che volare». Con cautela libera l’animale dalla scatola e lo adagia nel suo albero. «È arrivato il momento di andare», dice uno degli spettatori. «Il nostro gufo ha bisogno di un po’ di pace». Juna ride sottovoce e scuote la testa. Tutti raccolgono le proprie cose e si incamminano verso casa. Nel bosco rimangono solo i gambi di sedano e il gufo. «Ciaooooo allocco», dice Juna al suo gufo prima di andare. E dopo soli due, tre metri dall’albero si sente: «Uhuuuu»

Concorso a premi: una marcia in più per un Natale gustoso

Il 16.12.2020 ha inizio il nostro concorso a premi di Natale con il quale potrete vincere uno dei tre deliziosi pacchetti raclette Jumi per quattro persone. Basta lasciare un commento sul post Facebook del 16.12.2020 in cui ci raccontate come potrebbe finire la storia di Juna. L’estrazione dei premi avverrà il 23.12.2020, i vincitori saranno informati con un commento.

Partecipate anche voi

Date libero sfogo alla vostra fantasia. Come potrebbero proseguire le avventure di Juna nel bosco dei gufi? Come finisce la storia? Partecipate anche voi per vincere con un pizzico di fortuna un delizioso pacchetto per la raclette di formaggio.

Ecco i personaggi che si avvicendano nella foresta natalizia.