La ricerca psicologica descrive la speranza come uno dei fattori chiave del benessere, del successo e della resilienza, ma come la definirebbe lei in veste di ricercatore specializzato in questo campo?

La speranza non è solo ottimismo, fede o visione. Si tratta di un desiderio profondo rivolto al futuro, ad esempio guarire o superare un esame. A questo si aggiunge la convinzione di poter contribuire in qualche modo affinché tale speranza diventi realtà. 

Vuol dire che quando spero qualcosa assumo un atteggiamento attivo anch’io?

Sì, mi adopero personalmente per cambiare una situazione oppure cerco aiuto. Il punto di partenza è comunque un atteggiamento positivo. O una certa fiducia primaria che gli altri – ad esempio il mio datore di lavoro o il nostro governo – vogliano fondamentalmente il mio bene.

Perché coltivare la speranza può essere difficile? 

Perché tendiamo a concentrarci sulle cose negative per correre ai ripari in caso di pericolo. L’uomo primitivo si comportava già così. Anche oggi raramente ci rendiamo conto che va tutto bene – notiamo piuttosto l’eccezione.

 

«Un cambiamento positivo si verifica prima nel cuore e nella mente e poi nei fatti».

Attualmente viviamo uno stato di emergenza a causa della pandemia. 

Esatto e siamo bombardati da tante notizie negative. Si tratta di una crisi che per molte persone è fatale. Non possiamo banalizzare e limitarci a ripetere: prova a pensare positivo. È importante essere sempre consapevoli di ciò che funziona e di cosa va bene.

Le persone in Svizzera ci riescono?

Nei nostri sondaggi per il barometro della speranza 2021 molte persone hanno dichiarato di essere serene tanto quanto prima del coronavirus e di essere più che mai speranzose.

Non lo trova sorprendente?

Spesso è nelle situazioni di crisi che ci rendiamo veramente conto di quanto sia importante la speranza. Allo stesso tempo capiamo di essere effettivamente soddisfatti della nostra vita. In realtà, ripensando al 2020 molti sono giunti alla conclusione che sì, sono stati messi a dura prova, ma che sono riusciti a risolvere i propri problemi. Oltre ad essere motivo di soddisfazione, questa consapevolezza ha rafforzato molte coppie e famiglie.

Il barometro della speranza 2021

Da undici anni Andreas Krafft studia il fenomeno della speranza in uno studio internazionale in rete basato su più di 150 domande. Nel 2020 in Svizzera hanno risposto 7000 persone. La conclusione: le persone nutrono più speranza che nel passato. Al primo posto viene la salute. Poi seguono matrimonio, famiglia o coppia felice, vita serena, buone relazioni sociali, autodeterminazione personale e attività che abbiano un senso.

Le fonti di speranza più citate sono state:

Vai al barometro della felicità

Da dove attingere speranza?

La maggior parte delle persone cita il contatto con la natura come fonte di speranza principale. Passeggiare in un bosco o in montagna dopo una giornata di didattica a distanza o riunioni su Zoom ci apre la mente. Captando un numero maggiore di input – con tutti i sensi – non pensiamo solo ai nostri problemi. Respiriamo profondamente, sia fisicamente che mentalmente. Quasi lo stesso numero di partecipanti ha messo al primo posto i rapporti con familiari e amici. 

«Chi trova una sfida, ritrova la speranza».

Cos’altro è decisivo per un atteggiamento di speranza?

Essere aperti verso il nuovo. Osare qualcosa di diverso. Chi trova una sfida, ritrova la speranza. È stato interessante notare quante persone siano partite per lidi completamente nuovi durante la crisi: c’è chi ha lasciato il lavoro e si è messo in proprio o ha stravolto completamente il proprio modello di business. 

Molte persone si sono messe insieme e hanno sviluppato insieme nuove soluzioni.

Questo è un punto importante. Il grande nemico della speranza è l’isolamento: la speranza è infatti un sentimento legato al senso di comunità. Oggi in molti quartieri i giovani e gli anziani si scambiano premure, ad esempio fanno la spesa gli uni per gli altri. Questo impegno verso gli altri contribuisce chiaramente a vedere la vita con più speranza.

Come far salire il vostro barometro della speranza

La speranza è una risorsa preziosa. Ecco alcune strategie per guardare avanti con fiducia nei periodi difficili.

  1. Accettare quello che non si può cambiare

    Guardare negli occhi la realtà e prendere seriamente la situazione è il primo passo per gestire in modo attivo e costruttivo le difficoltà. 

  2. Partire invece che fermarsi

    Davanti ai cambiamenti, prendete in mano il timone della vostra vita. Traete ispirazione da corsi, webinar, libri e scambi con gli altri. 

  3. Affrontare il fattibile

    Concentratevi sulle cose su cui avete potere o che sapete fare, ad esempio le vostre attività sul lavoro, in famiglia o per la vostra comunità. 

  4. Fare progetti con fiducia

    Niente motiva come un obiettivo che ci poniamo o un’attività che non vediamo l’ora di fare. Annotate in agenda la data di incontri programmati o eventi. 

  5. Ignorare le fake news

    Ignorate le teorie astruse e i complottismi. Rimanete vigili, ma rivolgendo lo sguardo agli aspetti costruttivi e positivi del mondo.

  6. Godere a pieno dei momenti belli

    Godetevi il piacere del pane fatto in casa, di un’e-mail affettuosa o del profumo dei fiori primaverili. Le piccole gioie ricaricano le riserve d’energia. 

  7. Cercare supporto

    Parlate con le persone che vi stanno accanto delle vostre preoccupazioni e dei vostri sentimenti – oppure chiedete supporto psicologico a specialisti. 

  8. ... e offrire aiuto

    Chi potrebbe avere bisogno del vostro aiuto? Fate volontariato o pensate ai vostri vicini: sicuramente c’è qualcuno che ne ha bisogno. 

DR. OEC. HSG Andreas Krafft è docente presso l’Università di San Gallo, consulente di gestione e responsabile della rete di ricerca internazionale «barometro della speranza». Da oltre dieci anni si occupa di ricerca in questo campo, scrive libri ed è formatore e coach per aziende e dirigenti in veste di esperto di psicologia sociale e positiva.

Daniel Peter: un «visionario della disabilità» che dà speranza agli altri

Daniel Peter non ha mai perso la speranza: nonostante le numerose operazioni a cui ha dovuto sottoporsi dopo un grave incidente d’auto nella primissima infanzia e la carrozzella su cui vive oggi. «Non mi sono mai tirato indietro di fronte alle sfide – credo sempre di poter trovare una soluzione», afferma tenace Daniel Peter. Con la sua azienda petertools.life si è specializzato nella fabbricazione di oggetti che semplificano la vita quotidiana a persone con disabilità fisiche. 

I prodotti che realizza ridanno alle persone disabili la speranza di essere autonomi, liberi o di poter curare il proprio stile. Per un amico che riesce appena a muovere mani e braccia, per esempio, Daniel ha messo a punto un «bicchiere handsfree» con cui gustare un buon vino. O ancora ha ideato pedane e ruote speciali che rendono più agevoli gli spostamenti sulla sedia a rotelle. Per ben tre anni ha provato diverse tecniche di intreccio fino a sviluppare un sistema per allacciare le scarpe con una sola mano. «Non ho mai pensato di non farcela», spiega Daniel Peter. «E la speranza viene sempre un bel po’ prima dell’effettiva realizzazione».

Vai al sito Petertools

Servizio della SRF su Daniel Peter